Il Museo annesso all’Opificio delle Pietre Dure, oggi moderno centro specializzato nel restauro, è diretta filiazione della manifattura artistica caratterizzata dalla lavorazione delle pietre dure, che fu ufficialmente fondata nel 1588 da Ferdinando I de’ Medici.
La fisionomia del Museo non corrisponde ad una precisa volontà collezionistica, ma è piuttosto riflesso della vita e delle vicende della secolare attività produttiva.
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Giorni di apertura
da lunedì a sabato
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Orario
dalle 8:15 alle 14:00 (ultimo ingresso ore 13:30)
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Chiusura
domenica, i giorni festivi e il 24 giugno, festa del Patrono di Firenze
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Orari extra
2, 9, 16, 23 e 30 ottobre 2025
6 e 13 novembre 2025
aperture pomeridiane straordinarie in occasione del "Piano di Valorizzazione 2025", dalle ore 14.00 alle 18.00 (ultimo ingresso ore 17.30). - Web Museo dell'Opificio delle Pietre Dure
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Caratteristiche
- Assistenza telefonica
- Accessibile
Le creazioni più prestigiose, oggetto sovente di dono da parte dei granduchi fiorentini, sono conservate nelle regge e nei musei di tutta Europa, mentre nei laboratori di produzione sono rimaste opere incompiute, o risultato di modifiche e smontaggi successivi, e quanto è sopravvissuto alle dispersioni ottocentesche, che ebbero termine nel 1882 con la musealizzazione della raccolta. Questa, che comprende esemplari di grande suggestione e raffinatezza, è comunque sufficiente a delineare un percorso storico della manifattura che si snoda attraverso tre secoli. Resta inoltre un importante campionario di marmi antichi e di pietre dure raccolti in funzione della tecnica del commesso.
Il Museo è stato ristrutturato, su progetto di Adolfo Natalini, nel 1995. Il riordino della raccolta, curato da Anna Maria Giusti, segue un criterio tematico e cronologico: nelle sale ricavate dal salone sono documentate le produzioni del periodo granducale mediceo e lorenese, nelle salette ottocentesche quelle del periodo postunitario. il piano rialzato del salone è dedicato alle tecniche di lavorazione: dal ricco campionario lapideo, ai banchi da lavoro, agli strumenti, fino alla esemplificazione didattica di alcune fasi di produzione di tarsie e di intagli. Si può in tal modo ripercorrere il processo completo, dall’ideazione all’opera finita, e scoprire i meccanismi più intimi di un affascinante episodio di storia artistica fiorentina.
La fisionomia del Museo è il riflesso della vita e delle vicende che hanno interessato la secolare attività produttiva dell’antica manifattura granducale specializzata nella lavorazione delle pietre dure. L’attuale allestimento, progettato dall’architetto Adolfo Natalini, risale al 1995. Il riordino della raccolta, curato da Anna Maria Giusti, segue un criterio cronologico-tematico: nelle prime sale sono documentate le produzioni del periodo granducale mediceo e lorenese, nelle salette ottocentesche quelle del periodo post-unitario.
Il piano rialzato del salone è dedicato alle tecniche di lavorazione: dal ricco campionario lapideo, ai banchi da lavoro, agli strumenti, fino alla esemplificazione didattica di alcune fasi di produzione di tarsie e di intagli. È così possibile ripercorrere il processo completo per la realizzazione di capolavori del cosiddetto commesso o mosaico fiorentino, e scoprire i segreti di questo affascinante episodio di storia artistica fiorentina.
Dove
via degli Alfani, 78. 50121 – Firenze