La galleria Corsini è l’unica quadreria settecentesca romana ad essere ancora oggi pressoché inalterata.
La storia di palazzo Corsini inizia nel 1511 con l’edificio fatto costruire dal cardinale Raffaele Riario
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Giorni di apertura
da martedì a domenica
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Orario
dalle 10.00 alle 19.00
la biglietteria chiude alle 18.00 -
Chiusura
Lunedì, 25 dicembre e 1 gennaio
27 settembre 2024 -
Orari extra
Apertura straordinaria lunedì 6,13,27 novembre e 4, 11 dicembre 2023
dalle 15.00 alle 19.00 (ultimo ingresso ore 18.00) -
Caratteristiche
- Assistenza telefonica
- Accessibile
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Accessibilità
Ingresso privo di barriere architettoniche. La Galleria è situata al primo piano del palazzo, raggiungibile attraverso una rampa per carrozzine e una bussola (ascensore) panoramica. Le sale espositive sono disposte su un unico livello ed è disponibile (a richiesta) una carrozzina per le persone con mobilità ridotta.
È vietato l’ingresso ai cani, anche di piccola taglia, fatta eccezione per i cani guida che accompagnano persone ipovedenti o salvo presentazione di un certificato di pet therapy.
BREVI CENNI STORICI
La storia di palazzo Corsini inizia nel 1511 con l’edificio fatto costruire dal cardinale Raffaele Riario (1461-1521) sui terreni di via della Lungara. L’edificio originario viene modificato tra il 1659 e il 1689, quando diviene la residenza dalla regina Cristina di Svezia, trasferitasi a Roma nel 1655 dopo la conversione al cattolicesimo. La regina, donna di grande cultura e amante delle arti, utilizza il palazzo anche come sede del circolo intellettuale da lei istituito e fa modificare gli interni per ospitare la collezione di statue al pianterreno e la quadreria al piano nobile. Di questa fase della storia del palazzo si conserva traccia nell’Alcova della Regina, dove sopravvivono le decorazioni cinquecentesche.
La proprietà del palazzo passa ai Corsini solo nel 1736 dopo l’elezione al soglio pontificio di Lorenzo (Firenze 1652 – Roma 1740), divenuto papa con il nome di Clemente XII. La ricchissima famiglia fiorentina aveva bisogno di una residenza a Roma che fosse adatta al nuovo status pontificale e incarica l’architetto Ferdinando Fuga di ristrutturare le parti esistenti del palazzo e di ampliarlo con nuove strutture. Fuga progetta così un’ala speculare all’edificio esistente e un corpo centrale con la scalinata monumentale: i tre fabbricati sono uniti dalla facciata, lineare e maestosa, su via della Lungara, mentre il retro, affacciato sul vasto giardino che sale fin sul Gianicolo, ha un andamento mosso e articolato.
I Corsini utilizzarono il palazzo fino al 1883, quando il principe Tommaso junior vende la proprietà e dona l’intera collezione al Regno d’Italia, contribuendo alla nascita della prima Galleria Nazionale italiana. Una parte del palazzo è oggi sede dell’Accademia dei Lincei, nella cui biblioteca è confluita la collezione di libri del cardinal nipote Neri Corsini, mentre la straordinaria collezione di stampe costituisce il nucleo più antico dell’attuale Istituto Nazionale della Grafica. Il giardino, risistemato da Fuga nei lavori settecenteschi, costituisce oggi l’Orto Botanico di Roma.
La galleria Corsini è l’unica quadreria settecentesca romana ad essere ancora oggi pressoché inalterata: questo perché al momento della vendita del palazzo al Regno d’Italia (1883) il principe Tommaso Corsini donò, in blocco con l’edificio, l’intera collezione di opere.
Le raccolte vennero create grazie al contributo dei vari componenti della famiglia, a partire dal nucleo più antico messo insieme a Firenze dal marchese Bartolomeo (1622-85). Accanto a questo fondo fiorentino, anche il ramo romano dei Corsini allestì una raccolta di opere già a partire dall’inizio del Seicento. La collezione presente nel palazzo di via della Lungara venne avviata da papa Clemente XII (Lorenzo Corsini, 1652-1740) e dal cardinal nepote Neri Maria (1685-1770): vi confluirono una trentina di opere del fondo fiorentino, altri dipinti da quello romano, le proprietà di Lorenzo (tra cui i dipinti a lui donati una volta divenuto pontefice nel 1730) e gli acquisti curati da Neri Maria. Quest’ultimo ampliò l’orizzonte della collezione, guardando ai maestri del Seicento, italiani e non (Caravaggio, Reni, Guercino, Rubens, van Wittel), alla tradizione cinquecentesca italiana e alla pittura a lui contemporanea.
Nel corso dell’Ottocento la raccolta venne modificata attraverso vendite ed acquisti, adattando il catalogo delle opere al gusto dell’epoca. Dopo la vendita del palazzo e della collezione al Regno d’Italia nel 1883, la raccolta originaria si arricchì grazie all’acquisizione del fondo Torlonia (1892), in previsione dell’apertura della prima Galleria Nazionale italiana, ospitata in palazzo Corsini dal 1893. Negli anni immediatamente successivi alla nascita della Galleria Nazionale, lo Stato italiano vi destinò, tra le altre, le collezioni Chigi, Monte di Pietà, Hertz, acquisite al fine di ampliare l’orizzonte storico della raccolta.
Negli anni ’20 una parte di essa confluì nell’appena istituito Museo di Palazzo Venezia, destinato ad illustrare la storia dell’arte medievale e rinascimentale: progetto che ebbe vita breve e travagliata. Gli spazi limitati della galleria Corsini non erano comunque sufficienti ad esporre la gran mole di opere che erano state aggiunte al nucleo originario: nel 1949 lo Stato acquistò palazzo Barberini per trasferirvi in blocco le opere della Galleria Nazionale, riaperta nella nuova sede nel 1953. Lo svuotamento della galleria Corsini durò circa trent’anni: nel 1984 si decise infatti di ripristinare la raccolta Corsini nel palazzo di appartenenza, lasciando a palazzo Barberini soltanto i gruppi di opere che erano state aggiunte dopo la donazione del 1883.
Servizi
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Info aggiuntive
- GRUPPI E SCUOLE
– ciascun gruppo deve essere composto di massimo 25 persone, guida inclusa;
– è obbligatoria la prenotazione al numero sia nei giorni feriali che nel weekend;
– è obbligatorio l’utilizzo di sistemi radio;
– l’accesso è consentito ad un solo gruppo ogni ora e nelle sale più piccole potrebbe essere contingentato per garantire il rispetto della distanza di sicurezza.
Dove
via della Lungara, 10 – 00152 Roma
Come arrivare
Bus: 23 – 280