Assieme al “Quartiere delle ceramiche” è possibile apprezzare l’artigianato figulino nel Museo della Ceramica, ubicato nell’affascinante Castello Episcopio.
L'edificio medievale costruito nel XIV secolo dall’Arcivescovo Giacomo D’Atri, nel quale sono esposte oltre 500 opere che coprono un arco cronologico che va dall’VIII secolo a. C. sino ai giorni nostri. Sono oggetti che raccontano la storia di un passato in cui la ceramica rivestiva un ruolo di primaria importanza, soddisfacendo i bisogni di igiene personale e della casa, di conservazione degli alimenti, di decorazione e di abbellimento delle abitazioni.
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Giorni di apertura
da martedì a domenica
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Orario
- gennaio:
10.00-13.00/15.30-18.30 - febbraio:
10.30-12.30/16:00-18:00 - marzo:
10.30-12.30/16:00-18:00 - aprile:
10.00-13.00/16.00-18.00 - maggio:
10.00-13.00/16.00-18.00 - giugno:
10.00-13.00/16.00-18.00 - luglio:
10.00-13.00/15.30-18.30 - agosto:
10.00-13.00/15.30-18.30 - settembre:
10.00-13.00/15.30-18.30 - ottobre:
10.00-13.00/16.00-18.00 - novembre 1-16:
10.00-13.00/15.30-18.30 - novembre 17-30:
10.30-12.30/16:00-18:00 - dicembre:
10.00-13.00/15.30-18.30
- gennaio:
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Chiusura
lunedì
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Caratteristiche
- Assistenza telefonica
- Accessibile
PERCORSO DI VISITA IN BREVE
Il Museo si articola in cinque sezioni: Ceramica tradizionale d’uso, Reperti archeologici, Maioliche, Presepi, Ceramica contemporanea.
Nella sezione della Ceramica tradizionale d’uso vi sono manufatti ceramici usati per la dispensa, per i servizi domestici e per l’igiene personale e della casa. E’ una tipologia ceramica che copre un arco temporale che va dagli inizi del secolo XVIII alla prima metà del secolo XX e risulta variamente rappresentata da forme tradizionali usate per contenere acqua, vino, olio, aceto, per trasportare acqua o per la conservazione di provviste alimentari (“capasone”, “capasone alla capuana” “trimmone”, “capasa”, “vummile”, “cicine”, “pitale”, “cammautto”, ecc.).
A queste si aggiungono gli oggetti usati per cucinare (“tiestu”, “pignata”), lavare biancheria, piatti, verdure e cibi vari (“crasta ti cofanu”, “limmu”, “scafarea”, “pendriale”), contenere piante (“crasta”, “casc’pò”) e quelli usati per i servizi igienici (“nicissario”, “rinale”, ecc.), i vasetti per attingere acqua dai pozzi (“vucale pi puzzu a ‘ngegna”), i comignoli (“ciminiera”) e i tubuli usati per costruire le volte delle fornaci (“orieni”).
- Nella Sezione archeologica sono esposti numerosi reperti provenienti dal sito di Masseria Vicentino, ubicato in agro di Grottaglie, datati tra l’ VIII e il IV sec. a.C., fra cui spiccano le olle globulari con motivi geometrici e le patere dipinte o incise.
- Nella Sezione delle maioliche sono in mostra oggetti che vanno dagli inizi del secolo XVIII alla prima metà del secolo XX. Vi si può trovare una grande varietà di piatti e di brocche per acqua e vino (“sruli”) ma anche le tipiche “ciarle”, vasi dotati di una duplice ansa a nastro, i vasi da farmacia o albarelli e le zuppiere, i cui pomoli di presa sono solitamente modellati a riprodurre figure umane, elementi vegetali (una pigna, un frutto) o animali.
Tra le maioliche figurano anche le mattonelle per pavimentazione, realizzate sia a Grottaglie sia in altri centri salentini e campani.
- Nella sezione dedicata ai Presepi, costituita dai presepi premiati nell’ambito della rassegna annuale della “Mostra del Presepe”, avviata a partire dal 1980, si possono apprezzare le varie forme interpretative dell’antica tradizione presepistica in ceramica, dal presepe monoblocco o miniaturistico, a quello monumentale ricco di personaggi;
- Nella sezione dedicata alla Ceramica Contemporanea sono conservate le opere premiate a partire dal 1971 nell’ambito del Concorso di Ceramica Mediterranea. Sono lavori ispirati alle tematiche, ai colori ed alle forme radicate nella cultura dei popoli di area mediterranea, nei quali emergono le scelte stilistiche, tecniche e formali degli artisti nazionali e internazionali che hanno segnato linee e orientamenti dell’arte ceramica dell’ultimo cinquantennio.
Dove
Largo Maria Immacolata - 74023 Grottaglie (TA)