Ci sono luoghi che aiutano a connettersi con il divino, abitati da persone con una passione straordinaria, la cui presenza a un rito collettivo è necessaria quanto l’aria, e dove il gesto e la parola risuonano come espressione della coscienza. Uno di questi luoghi è Segesta. Riparte dal 2022 il Segesta Teatro Festival che cambia nome e direzione artistica. L’infinita bellezza del Teatro Antico che ospita pubblico e artisti dal lontano 1967 torna a vivere finalmente libera dalle limitazioni della pandemia.
Il Teatro Antico e il Tempio di Segesta dedicato ad Afrodite Urania saranno i luoghi che come da tradizione accoglieranno gli spettatori, spesso nella stessa sera. Teatro, Danza, Musica e Poesia, spesso in dialogo tra loro, in un processo di ricerca e contaminazione saranno i protagonisti del Festival. Un intenso mese di programmazione dal 2 agosto fino al 4 settembre, con 15 spettacoli teatrali, 7 di musica, 4 di danza, 7 prime nazionali e rappresentazioni nell’ottica di un festival diffuso anche nelle città del Parco, Calatafimi Segesta, Contessa Entellina, Poggioreale, Salemi e Custonaci. Il Segesta Teatro Festival, nell’ottica delle collaborazioni tra festival e istituzioni culturali, ospita parte di Ierofanie, promosso dall’Assessorato dei Beni Culturali e dell’Identità siciliana, festival che si svolgerà anche al Parco Archeologico di Naxos Taormina.
Dove
contrada Barbaro - S.P. 68 - 91013 - Calatafimi Segesta (Tp)
Info aggiuntive
Sul transfer in navetta per il teatro antico è obbligatorio indossare la mascherina FFP2. Si ricorda ai signori visitatori di venire muniti in quanto non disponibile in loco.
PROGRAMMA
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2Agosto
OMU A MARI. IL CUNTO DELLE SIRENE
di e con
Gaspare Balsamocollaborazione e assistenza Paolo Consoli
disegno luci Stefano Barbagalloproduzione Mobilità delle Arti
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3Agosto
SUPERSONUS
The European Resonance Ensemble
Anna-Maria Hefele
canto difonicoMarco Ambrosini
viola d’amore a chiaviEva-Maria Rusche
clavicembaloWolf Janscha
scacciapensieriAnna-Lisa Eller
Kannelproduzione artistica
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Anna-Maria Hefele & The European Resonance Ensemble -
4Agosto
PPP 3%
Le ceneri di Pasolini
installazione su versi di
Igor Espositovoce recitante
Peppino MazzottaAnna Bonaiuto legge
Porno-Teo-Kolossal
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5 e 6Agosto
SUPPLICI
di Euripide
traduzione di Maddalena Giovannelli e Nicola Fogazzi drammaturgia a cura di Gabriele Scotti
regia di Serena Sinigaglia
con Francesca Ciocchetti, Matilde Facheris, Maria Pilar Pérez Aspa, Arianna Scommegna, Giorgia Senesi, Sandra Zoccolan, Debora Zuin
cori a cura di Francesca Della Monica
scene di Maria Spazzi
costumi di Katarina Vukcevic
luci di Alessandro Verazzi assistente alla regia Virginia Zini assistente alle luci Giuliano Almerighi
musiche e sound design di Lorenzo Crippa
movimenti scenici e training fisico a cura di Alessio Maria Romano assistente al training Simone Tuddaproduzione Atir – Nidodiragno/CMC – Fondazione Teatro Due, Parma con il sostegno di NEXT ed. 2021/2022 Progetto di Regione Lombardia e Fondazione Cariplo
in collaborazione con Cinema Teatro Agorà, Cernusco sul Naviglio
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6agosto
Le Pietre del Sogno FRANCESCO BENOZZO- IEROFANIE FESTIVAL
Le pietre del sogno è il nuovo spettacolo ideato e performato dal poeta e musicista Francesco Benozzo appositamente per il Festival Ierofanie. In esso vengono intrecciate le competenze scientifiche di Benozzo sullo sciamanesimo e sulla mitologia delle pietre in epoca arcaica ed il suo decennale lavoro sul mondo del canto tradizionale.
In un intreccio di musiche della tradizione euro-mediterranea e atlantica e di composizioni originali, questo spettacolo esplora le connessioni archetipiche tra i paesaggi fisici e le manifestazioni del sacro, e trova nel contesto del parco di Segesta la propria cornice ideale. -
7Agosto
ADELPHI QUARTET
Maxime Michaluk violino
Ester Agustì Matabosch violino
Marko Milenković viola
Nepomuk Braun violoncelloPROGRAMMA
Robert Schumann
Quartetto per archi in la minore, Op.41 n.1
[26’]Bushra El-Turk
Saffron Dusk (2021)[9]’
Ludwig van Beethoven
Quartetto per archi in do maggiore, Op.59 n.3 “Rasumovsky”[30’]
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7agosto
Cantico dei Cantici ROBERTO LATINI- IEROFANIE FESTIVAL
Il Cantico dei Cantici è uno dei testi più antichi di tutte le letterature. Pervaso di dolcezza e accudimento, di profumi e immaginazioni, è uno dei più importanti, forse uno dei più misteriosi; un inno alla bellezza, insieme timida e reclamante, un bolero tra ascolto e relazione, astrazioni e concretezza, un balsamo per corpo e spirito.
Lo spettacolo non è compreso nell' abbonamento Segesta Teatro Festival
Per motivi di sicurezza è obbligatorio acquistare la navetta qui -
8, 9 e 10Agosto
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8Agosto
VENERE E ADONE. SIAMO DELLA STESSA MANCANZA DI CUI SONO FATTI I SOGNI. VARIAZIONE N.7
di e con Roberto Latini
musica e suono
Gianluca Misitilluce e direzione tecnica
Max Mugnaiproduzione Compagnia Lombardi-Tiezzi
in collaborazione con Epica Festival, Fondazione Armunia Castello Pasquini – Festival Inequilibrio, Fortinbras Enterprise
con il sostegno di Regione Toscana e MiC
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9Agosto
CICERONE E I SICILIANI CONTRO VERRE. DUEMILA ANNI DI POTERE, CORRUZIONE E GIUSTIZIA
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10Agosto
OSSERVAZIONI ASTRONOMICHE. NOTTE DI SAN LORENZO - STELLE CADENTI
Dopo il successo delle passate edizioni, Urania, ente gestore del Planetario e Museo Astronomico di Palermo, torna al Parco Archeologico di Segesta con l’osservazione guidata ai telescopi, insieme alla proiezione di stelle, Luna e pianeti in notturna.
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11 e 12Agosto
L' IRA DI ACHILLE
dall’Iliade di Omero
adattamento scenico e regia
Mimmo Cuticchio
con Mimmo Cuticchio, Giacomo Cuticchio, Tania Giordano, Marika Pugliatti, Emanuele Salamanca
musiche Giacomo Cuticchio flauto traverso Alessandro Lo Giudice
violoncello Paolo Pellegrino sassofono baritono Nicola Mogaveropercussioni Giulia Lo Giudice arpa Roberta Casella
scene e costumi Tania Giordano luci Marcello D’Agostinoproduzione Figli D’Arte Cuticchio
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12Agosto
PAROLE CORSARE
produzione Associazione Culturale Esperidio
Io non ho alle mie spalle nessuna autorevolezza: se non quella che mi proviene paradossalmente dal non averla o dal non averla voluta; dall’essermi messo in condizione di non aver niente da perdere, e quindi di non esser fedele a nessun patto che non sia quello con un lettore che io del resto considero degno di ogni più scandalosa ricerca.
Pier Paolo Pasolini, 1975
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13Agosto
PAROLE CORSARE
Io non ho alle mie spalle nessuna autorevolezza: se non quella che mi proviene paradossalmente dal non averla o dal non averla voluta; dall’essermi messo in condizione di non aver niente da perdere, e quindi di non esser fedele a nessun patto
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che non sia quello con un lettore che io del resto considero degno di ogni più scandalosa ricerca. Pier Paolo Pasolini, 1975
Vincenzo Pirrotta, drammaturgo, regista e attore, dà nuova voce alle parole “corsare” di Pier Paolo Pasolini in tre spettacoli diversi – a Poggioreale, a Custonaci e al sorgere del sole al Teatro Antico di Segesta – dedicati all’opera poetica di uno degli intellettuali più controversi e anticonformisti del nostro tempo. Un gioco tra l’interprete e l’autore in cui la parola si fa corpo e il pensiero diventa carne nelle emozioni che risuonano tra le righe, dal 1975 a oggi. -
13Agosto
CUNCORDU E TENORE DE OROSEI
Il Cuncordu e Tenore de Orosei è tra i migliori interpreti nel vasto panorama delle musiche vocali sarde. Oltre che per la loro eccezionale bravura, anche per la peculiarità del repertorio, che abbraccia entrambe le forme della tradizione vocale di Orosei: quella del canto sacro, tipica delle confraternite religiose, e quella profana del canto a tenore. Questa combinazione fa del Cuncordu e Tenore de Orosei i custodi fedeli all’eredità musicale ricevuta dai cantori anziani.
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Il gruppo esegue nelle due particolari modalità a Tenore e a Cuncordu, i Gotzos (canti della Passione di Cristo), i balli tradizionali, le serenate d’amore e tutto il repertorio canoro sacro e profano del loro paese (Orosei è l’unico paese in Sardegna dove le due modalità di canto non hanno conosciuto interruzioni nel tempo).
Con la stessa passione sono disposti all’indagine e all’incontro con altre espressioni musicali. Un concerto carico di suggestioni musicali, con le voci che, pur lontane geograficamente, si avvicinano e si fondono in maniera straordinaria. -
13Agosto
Qlima SIMONA NORATO- IEROFANIE FESTIVAL
Interamente scritta da Simona Norato ed eseguita con Giuseppe Rizzo (sound design) e Giulio Scavuzzo (drum), Qlima è una performance elettroacustica per sintetizzatori, percussioni e voce.
Oltre che sulla produzione sonora, la natura dei brani è basata sull’elaborazione elettronica in tempo reale dei singoli timbri, processo che rende unica ciascuna messa in scena. Tema centrale delle liriche è la solennità del nostro passato, la celebrazione dei nostri misteri.
A sottolineare la glacialità del processo elettronico asservito alla suite canzone sarà il disegno luci di Alice Colla, light designer e visual artist che collocherà il trio di esecutori in un non luogo, laddove i nostri organi conservano il ricordo di ciò che eravamo e non saremo più.
ATTENZIONE
Lo spettacolo non è compreso nell' abbonamento Segesta Teatro Festival
Per motivi di sicurezza è obbligatorio acquistare la navetta qui -
14Agosto
PAROLE CORSARE
Io non ho alle mie spalle nessuna autorevolezza: se non quella che mi proviene paradossalmente dal non averla o dal non averla voluta; dall’essermi messo in condizione di non aver niente da perdere, e quindi di non esser fedele a nessun patto
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che non sia quello con un lettore che io del resto considero degno di ogni più scandalosa ricerca. Pier Paolo Pasolini, 1975
Vincenzo Pirrotta, drammaturgo, regista e attore, dà nuova voce alle parole “corsare” di Pier Paolo Pasolini in tre spettacoli diversi – a Poggioreale, a Custonaci e al sorgere del sole al Teatro Antico di Segesta – dedicati all’opera poetica di uno degli intellettuali più controversi e anticonformisti del nostro tempo. Un gioco tra l’interprete e l’autore in cui la parola si fa corpo e il pensiero diventa carne nelle emozioni che risuonano tra le righe, dal 1975 a oggi. -
16Agosto
COMPAGNIA ZAPPALÀ DANZA. LA NONA (DAL CAOS / IL CORPO)
Sinfonia n. 9 op. 125 di Ludwig Van Beethoven nella trascrizione per due pianoforti di Franz Liszt
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regia e coreografia Roberto Zappalà pianisti Luca Ballerini e Stefania Cafaro soprano Marianna Cappellani
interpretazione e collaborazione alla costruzione
i danzatori della Compagnia Zappalà Danza:
Corinne Cilia, Filippo Domini, Anna Forzutti, Alberto Gnola, Marco Mantovani, Sonia Mingo, Gaia Occhipinti, Fernando Roldan Ferrer, Silvia Rossi, Joel Walsham, Valeria Zampardi, Erik Zarcone -
17 e 18Agosto
EPIDICUS
Epidicus è una delle ultime commedie scritte da Plauto che racchiude tutti gli ingredienti plautini e può quindi essere considerata un sunto del teatro di Plauto. Protagonista è Epidico, appunto, servus callidus, abile e astuto servitore, che ordisce trame continue per favorire gli incontri amorosi del suo giovane padrone.
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Questo susseguirsi d’inganni e situazioni paradossali, è il meccanismo che svela la trama, fatta, come è solito nella commedia, di innamoramenti e ripensamenti, di raggiri a danno del padrone e spiritose invenzioni a beneficio del servo. Il pretesto è un doppio innamoramento: Stratippocle, giovane padrone, ama una fanciulla e con l’aiuto di Epidico inganna il vecchio padre affinché la riscatti; peccato che, partito per la guerra, Stratippocle torna innamorato di un’altra fanciulla. E serve un altro inganno, eun altro ancora, e ancora, in un susseguirsi di tranelli e imbrogli. Per tutto lo sviluppo della vicenda, Epidico sitrova nella condizione di essere giudicato colpevole perle sue malefatte e conseguentemente punito.La commedia plautina si ingarbuglia in un susseguirsidi situazioni comiche e in una carrellata di personaggi tipici (il soldato, la suonatrice, il vecchio, etc.) resa attraverso la rotazione di tre attori per più personaggi, attorno a un “perno” di personaggi fissi, tra cui lo stesso Epidico. Una giostra esilarante, paradigma del mondo plautino, in cui alla vivacità dei personaggi sisomma il paradosso delle situazioni. Con una conclusione, anche questa, tipica in Plauto e non solo, il servo riuscirà a farla franca e a conquistare la libertà con annesso banchetto.. -
18Agosto
IOVE E SATURNO. I GIGANTI SOPRA IL TEMPIO
Dopo il successo delle passate edizioni, Urania, ente gestore del Planetario e Museo Astronomico di Palermo, torna al Parco Archeologico di Segesta con l’osservazione guidata ai telescopi, insieme alla proiezione di stelle, Luna e pianeti in notturna. Gli operatori scientifici e il personale tecnico di Urania accompagnano lo spettatore alla scoperta degli astri nell’arco di due appuntamenti: il 10 agosto per le stelle cadenti della Notte di San Lorenzo e il 18 agosto per l’osservazione dei pianeti Saturno e Giove. Un’occasione unica per affacciarsi ai misteri del cosmo accompagnati da una guida d’eccezione e circondati dalla bellezza della notte di Segesta.
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19Agosto
COLAPESCE
Cola. Un giovane messinese, figlio di una lavandaia e di un pescatore. Il ragazzo venne soprannominato Colapesce per la sua grande abilità nel muoversi in acqua sin da quando era molto piccolo. Un pesce di mare che, di ritorno dalle sue numerose immersioni, si soffermava spesso a raccontare le meraviglie scorte in quegli abissi, alle volte riportando persino sulla terra ferma alcuni di quei tesori. La sua fama fu tale da giungere sino alle orecchie del Re di Sicilia, l’Imperatore Federico di Svevia, che decise di metterlo alla prova. Il Re e la sua corte si recarono a bordo di un’imbarcazione proprio fino alle acque frequentate da Cola, e lo fecero chiamare dalla madre. Quando Colapesce riaffiorò, il Re gli lanciò una prima sfida, gettando in acqua una coppa che il ragazzo recuperò immediatamente. Allora, il sovrano lanciò la sua corona in acque profonde e Colapesce
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riuscì nuovamente nell’impresa. La terza volta, il Re fece cadere in mare un anello, un oggetto ancora più piccolo e dentro acque ancora più profonde. Fu solo in quel momento che Cola si accorse che la Sicilia, -
19Agosto
PPP- PRESENTE PASSATO PASOLINI
L’unica cosa che può contestare globalmente la realtà attuale è il passato. Per fare vacillare il presente basta metterlo a diretto confronto con il passato. Un danzateatro dedicato a Pasolini, Uomo controverso e fine conoscitore della realtà che alternò la lucida critica del presente a una febbrile ricerca delle origini, laddove il mito è una condizione atemporale e la storia, l’evoluzione di un’umanità che dalla purezza si spinge alle viltà del presente. Il circo è lo spazio immaginato per un provocatore, “corsaro”, spesso scomodo, osteggiato, sempre inviso ai potenti e irritante per l’opinione pubblica che turbò con le sue prospettive eccentriche e anticonformiste. Dobbiamo conoscere e amare il nostro passato, contro la ferocia speculativa del nuovo capitalismo, che non ama nulla, non rispetta nulla, non conosce nulla Così, nel ’62. Come critico, regista, poeta e romanziere non risparmiò nulla alla deriva contemporanea dei valori, lasciando testimonianza del suo pensiero, sulla storia e come monito per il futuro, muovendosi tra passato, presente, tra mito e storia, con un occhio sempre vigile alla contemporaneità.
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20agosto
La Guardiana delle Rovine MIRIAM PALMA- IEROFANIE FESTIVAL
Questo lavoro di teatro musicale nasce dalla necessità di salvaguardare pezzi di sacro, momenti rituali di connessione con il divino che abitano in noi e nel creato. I canti scelti attingono alla tradizione antica mediterranea e vogliono sottolineare maggiormente la sacralità dell’arte e il potere taumaturgico di essa.
Come un’archeologa, la guardiana delle rovine crea un’opera unica, tesse i pezzi come fili di un tappeto.
Miriam Palma e l' Ensemble Suite Siciliana collaborano da oltre 10 anni, -
20 e 21Agosto
RUDENS
Questa commedia di Plauto sembra essere meno radicata nella tradizione di una comicità viscerale e, a tratti scabrosa, del drammaturgo di Sarsina, inserendosi invece in un percorso testuale unico che diminuisce i toni farseschi e privilegia i toni poetici. La vicenda sembra essere sospesa in una condizione fiabesca ed è ambientata sulle coste africane. Lo sfondo è il mare con tutto il suo mistero e il suo fascino; quel mare che sommerge e fa emergere, procura perdite e favorisce ritrovamenti. L’ambiente marino diventa la cornice ideale al dipanarsi dell’intreccio tipico della commedia nuova. Una ragazza rapita in giovane età, sottratta all’affetto del padre da un ruffiano senza scrupoli, deve essere venduta a un giovane innamorato, ma Labrace, il lenone, e il suo compare Carmide nel tentativo di fuggire e non mantenere l’impegno con il giovane Plesidippo fanno naufragio sulla spiaggia di Cirene nei pressi del tempio di Venere. Da questo momento la vicenda si sviluppa con l’aiuto dei servi ritratti con maestria e arguzia da Plauto che ne mette in risalto il carattere cinico e spregiudicato a tratti irriverente che accentua la differenza tra le classi rivelando un anelito irrinunciabile alla libertà. Evidente risulterà il tema della fides che mette in primo piano il tema giuridico della commedia: il diritto che tutela gli equilibri, assicurando la punizione degli sfruttatori e il giusto risarcimento affettivo al padre attraverso il riconoscimento della figlia. Un’agnizione resa possibile dal pescatore Gripo che svela anche il nome della commedia recuperando lo scrigno di Palaistra, figlia di Daimone. Il baule è appunto legato da una fune, “rudens” che rimane impigliata nelle reti dello schiavo pescatore. Il testo evoca la Tempesta di Shakespeare senza smarrire il godimento della comicità di carattere.
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22Agosto
QUATUOR AKILONE
Rinomato per la visione profonda e poetica delle opere che affronta, il Quatuor Akilone si distingue per il vasto repertorio di musica da camera interpretato con musicalità, intelligenza e immaginazione. La loro avventura, sia umana che musicale, inizia nel 2011 a Parigi. Vincitore del primo premio assoluto al VIII Concorso Internazionale di Quartetto d’Archi di Bordeaux e del Premio ProQuartet nel maggio 2016, il Quartetto si è esibito in Europa e in Giappone in sedi prestigiose, tra cui la Scuola Grande di San Giovanni Evangelista a Venezia, Wigmore Hall a Londra, Munetsugu Hall aNagoya, Maison de la Radio e Salle Cortot a Parigi.
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22Agosto
TIRESIAS
Tiresia è il veggente che sa, che conosce ciò che si dovrebbe fare. Fa paura ascoltarlo, il suo corpo conturba, è al di fuori dell’ordine naturale, è un corpo che vive più sessualità, più età in una vita. Quando i suoi occhi smettono di
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vedere iniziano a leggere il futuro. Tiresia è un’entità che nell’Ade custodisce le risposte, è tramite tra l’umano e il divino. È fuori dalla retorica del potere, è continuamente una frattura nella narrazione, e con le sue vizze mammelle
- per dirla con Eliot - vive in mezzo alle piccole cose, non è gerarchico nel sapere e nell’esperire. Tempest lo osserva vagare: ragazzino timido, giovane donna che scopre amore e chiaroveggenza, anziano solitario e molto altro.
Accanto divinità antiche si mischiano con noi stanchi alla fermata dell’autobus, un piccolo parco di periferia diventa bosco sacro e il mito denuncia intima. Tante vite in una vita, tante e tanti noi in continua metamorfosi per rimanere ciò che
scopriamo di essere. Tiresia è via d’uscita alla natura, le sue tante e sfrontate vite sfidano l’ordine naturale, sorpassano le regole sessuali e la gerarchia del tempo: Tiresia è simultaneità. Tra vecchi dischi e nuove impressioni, un corpo solo,
quello di Gabriele, all’ora viola, sospesa tra giorno e notte, segue orme poetiche e sonore, per le strade di un mondo che morendo rinasce. Hold your own/Resta te stessa corteggia Tiresia di Eliot che identifica l’indovino nel poeta,
che sa unire il misterioso tema dell’origine insieme alla veggenza del non ancora. Facciamo allora che i versi siano in carne ed ossa, proprio come nella spoken word poetry, mettiamoci in cerchio ad ascoltarli. -
23Agosto
OMU A MARI. IL CUNTO DELLE SIRENE
Omu a mari e Epica fera fanno parte del dittico Horcynus, un progetto che nasce e si sviluppa a partire dalla riscrittura di alcune parti del romanzo di Stefano D’Arrigo, Horcynus Orca. Protagonisti sono sempre i pescatori e gli uomini di mare dello Stretto di Messina, una comunità di uomini e donne raccontata nel loro complesso e plurale mondo di significati e appartenenze. Qui, in Omu a mari, è sviluppato il rapporto di formazione che si viene a creare tra il vecchio raccamatore di reti da pesca e cuntista di sirene e i giovani ragazzi che si accingono a intraprendere la vita di mare. Mare costacosta casacasa regno delle sirene, vere e immaginarie, che contribuiranno alla crescita e alla formazione di questi giovani pescatori pronti a trafficare nuove e vecchie avventure nelle acque dello Scill’e Cariddi fatto e disfatto a ogni colpo di remo, dentro, più dentro, dove il mare è mare.
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24Agosto
ENSEMBLE AL-KINDI & I DERVISCI ROTANTI DI DAMASCO
L’ensemble strumentale Al-Kindi è una delle migliori realtà collettive artistiche del Medio Oriente, noto in tutto il mondo per il rigore e l’eccellenza dell’interpretazione del repertorio classico arabo. L’ensemble è stato fondato nel 1983 dal musicista francese Julien Jâlal Eddine Weiss - musicologo e virtuoso di qanun, scomparso prematuramente nel 2015 - e dai suoi compagni di viaggio, Ziad Kadi Amin di Damasco (ney, Plute in reed), Mohamad Qadri Dalal di Aleppo (Ud) e Adel Shams El Din di Alessandria (riqq, cymbalet percussion). Da più di trent’anni, l’ensemble Al-Kindi esplora la ricchezza e l’universalità della cultura e della musica classica araba con la speranza di diffondere un ideale di pacifica convivenza tra popoli.
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Negli anni, l’ensemble ha collaborato con i migliori cantanti provenienti da Siria, Iraq e Turchia, esibendosi nelle più prestigiose sale e festival del mondo come la Carnegie Hall di New York, il Théâtre de la Ville di Parigi, l’Institut du Monde Arabe, il Festival di Musica Sacra di Fez, il Festival di Baalbeck e molti altri. Il gruppo è composto da nove artisti (cantanti, musicisti, danzatori) provenienti da Siria, Egitto e Tunisia. La guerra in Siria, tra esili forzati e confini chiusi, insieme alla scomparsa prematura di Julien Weiss, hanno avuto un forte impatto sulle attività dell’ensemble. Ritrovarli nuovamente riuniti sul palco è un’occasione unica per godere del virtuosismo e dell’estro di uno dei migliori testimoni della cultura araba nel mondo. -
25Agosto
CASTALIAN QUARTET
Nominato “Hans Keller String Quartet in Residence” presso l’Università di Oxford e “Young Artist of the Year” dalla Royal Philharmonic Society nel 2019, il Castalian Quartet vanta già una carriera d’eccezione, con esibizioni in prestigiose istituzioni come la Carnegie Hall, The Library of Congress, San Francisco Performances, Emerald City Music Seattle, Hamburg Elbphilharmonie, Vienna Konzerthaus, Paris Philharmonie, Auditorium du Louvre, Amsterdam Concertgebouw, Lucerne Chamber Music Society, Brussels Flagey, Tel Aviv Museum of Art, Saffron Hall, e I festival di Aldeburgh, Eastì Neuk, Spoleto, Rockport and Heidelberg Spring. Nel 2022 sono interpreti di prime esecuzioni assolute di Charlotte Bray e Mark Simpson. Tra il 2019 e il 2020 il quartetto ha collaborato con Stephen Hough, Cédric Tiberghien, Michael Collins, Nils Mönkemeyer, Isabel Charisius e Ursula Smith. Nel 2018, i quattro musicisti hanno registrato l’integrale dei Quartetti op.76 di Haydn per l’etichetta Wigmore Live. Fondato nel 2011, il Castalian String Quartet ha studiato con Oliver Wille alla Hannover Hochschule für Musik, vincendo il 1° premio al Concorso di Musica da Camera di Lione 2015 e il 3° premio al Concorso Internazionale per Quartetto d’Archi di Banff 2016. Tra i loro mentori si annoverano importanti personalità musicali come Simon-Rowland-Jones, David Waterman e Isabel Charisius. Nel 2016, il Quartetto è stato selezionato dal Young Classical Artists Trust, mentre più di recente è stato insignito del Merito String Quartet Award/ Valentin Erben Prize e del Borletti-Buitoni Trust Fellowship 2018. Tra le loro collaborazioni più importanti figurano Aleksander Madzar, Alasdair Beatson, Simon Rowland-Jones, Daniel Lebhardt e Olivier Stankiewicz. Il loro nome deriva dalla Sorgente Castaliana nell’antica città di Delfi. Secondo la mitologia greca, la ninfa Castalia si trasformò in una fontana per sfuggire all’inseguimento di Apollo, creando così una fonte di ispirazione poetica per tutti coloro che bevono dalle sue acque. Herman Hesse scelse Castalia come nome della sua futuristica utopia europea in The Glass Bead Game. Il protagonista del romanzo, un castaliano di nome Knecht, viene istruito nello sviluppo del pensiero dal venerabile Music Master.
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26Agosto
SATIRI
Il danzatore getta il corpo nell’abisso del gesto dicendo sì alla vita. Può darsi che siamo stati raggiunti dall’insegnamento del gesto che irrorandosi con lentezza nel corpo lo forgia senza mai appropriarsene: si potrebbe dire che lo studio del movimento sottrae al quotidiano quelle posture che poi tornano sotto forma di un’altra lingua. Questo porsi sulla soglia, che potrebbe sembrare anche un rimbalzo quale restituzione di una cosa solo poco tempo prima sconosciuta, penso si possa definire, o accostare, al senso del gesto poetico: inappropriabile, attraversabile, non forma in movimento ma corpo che trascolora e, come una nebulosa auratica, si confonde tra lontananza e vicinanza, opera secondo un’attenzione rivolta all’immersione dello spazio, alla tattilità spaziale che ci comprende. Il Satiro, come ci dice Nietzsche ne La nascita della Tragedia (1872) e per richiamo sapienzale Giorgio Colli ne La nascita della filosofia (1975), potrebbe essere colui
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che getta lo sguardo nell’abisso dicendo sì alla vita: non la notte ma la sua primavera. I due danzatori dello spettacolo sono contagiati dall’interno, investiti dalla contemplazione rivolta al gesto simile, adiacente, simmetrico. Una danza per dermatoglifi che tracciano l’aria e una sintassi che sembra riferirsi all’embrione del gesto che incontra il suo simile riconoscendolo diverso e amico. Pescano dal fondo del gesto per inscrivere forme d’intesa e di empatia che si aprono a una disposizione musicale, le danze segnano lo spazio della materia inebriante che parla con il corpo. Il mondo quotidiano qui prende il largo e si separa dal gesto enigmatico che esplode tra il dionisiaco e l’apollineo. Ancora una volta la danza si presta a laboratorio della vita, affronta azioni disperate, titaniche, si pone sulla soglia con atteggiamento vigile, mantico, divinatorio. Ma è essa stessa scienza dello stare, specchio di risonanze e richiami cognitivi. -
26Agosto
ELENA
Il recitar cantando e la musica al servizio della parola, nella ricerca che porta avanti Ubi Ensemble, diventano evocazione di un dialogo compositivo tra antico e contemporaneo: i recitati vengono amplificati all’infinito, le armonie sono flussi in continuo movimento, fluidi che trasferiscono i punti di attrazione tonale verso nuove possibilità, la triade diventa incarnazione discontinua, metafora inconscia di un lontano passato, che trova posto su strutture che non danno più certezze. Elena,
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e il suo immaginario interlocutore che stenta a riconoscere la figlia di Zeus “che alle dee immortali terribilmente somiglia”, sono i personaggi della storia del quotidiano di ognuno di noi, che si muovono a stento tra la sedia e il letto in una casa polverosa che sa ineluttabilmente di morte. -
27Agosto
IL CANTO DEI GIGANTI
Nel ricordo delle favole ascoltate da bambino Pirandello rintraccia motivi di grande umanità mescolata ad antiche superstizioni contadine. Le Streghe, le cosiddette Donne, durante la notte volano a cambiare i figli. Ad una madre sostituiscono il sano e biondo figlioletto con unomalaticcio e deforme. La madre disperata corre da Vanna Scoma, una fattucchiera del paese, per sapere come riprendersi il figlio. La maga le dice che il figlio trafugatoè stato portato al palazzo di un re e potrà essere allevato e cresciuto tra il lusso e gli agi se lei si prenderà cura con affetto del bimbo deforme. Dopo vent’anni un principe infelice arriva in paese a ristorare il suo corpo malato. La madre vedrà in lui il figlio cambiato. Ma qual è la verità?
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La verità sarà quella a cui siamo disposti a credere. Lo spettacolo è una rilettura dei vari testi in cui Pirandello affronta i temi del figlio cambiato in un dialogo serrato con la musica e le sonorità degli Agricantus, una world music che rielabora la tradizione musicale siciliana e del mediterraneo con la musica elettronica. -
27Agosto
Manas GIORGIA PANASCI- IEROFANIE FESTIVAL
Il programma di musiche proposte vede il sacro e il barocco ripensato nella forma e nei colori e nell’utilizzo di strumenti a corde, le arpe, e percussioni, che richiamano l’oriente e l’antico.
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La chiave sperimentale nelle musiche proposte da Giorgia Panasci, attraverso le sue arpe, a tratti suonata anche con oggetti non rituali, “investe” l’anima dell’ascoltatore come essenza della percezione sonora.
Manas che ha per significato forza soprannaturale impersonale e che approfondisce le sue radici dal termine religioso e filosofico orientale, nel programma proposto dal duo intende provare ad “entrare” nell’anima spirituale. La musica e la sonorizzazione quale collegamento fra l’Uomo Spirituale e il cervello fisico. -
29 e 30Agosto
VINCENT VAN GOGH. LA DISCESA INFINITA
L’avvincente e commovente biografia di Giordano BrunoVGuerri ispira quest’opera in stile contemporaneo. Si tratta di un percorso appassionato e incalzante, ricco di ricordi e suggestioni che spesso provengono dalla viva voce dei protagonisti, attraverso lettere originali e voci mai udite ma poeticamente immaginabili, orchestrate in modo da regalare una fotografia in movimento della vita del grande genio van Gogh. In scena Vincent van Gogh, suo fratello Theo, Gauguin e Sien che è stata l’unica donna che ha rappresentato una finestra sul mondo femminile per Vincent. E altri personaggi ancora quali Sartre e Antonin Artaud a dare la “visione” della follia e dell’alienazione del “suicidato della società”.
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L’arte, il colore e la passione per la vita - che si trasfigurano sulla tela dell’artista fino a ucciderlo nella gabbia della solitudine, spesso proprie del genio anticipatore del suo tempo - sono al centro di questa pièce, che respira e palpita al ritmo unico e inimitabile di uno degli artisti più stupefacenti e controversi di tutti i tempi. -
30Agosto
OMU A MARI. IL CUNTO DELLE SIRENE
Omu a mari e Epica fera fanno parte del dittico Horcynus, un progetto che nasce e si sviluppa a partire dalla riscrittura di alcune parti del romanzo di Stefano D’Arrigo, Horcynus Orca. Protagonisti sono sempre i pescatori e gli uomini di mare dello Stretto di Messina, una comunità di uomini e donne raccontata nel loro complesso e plurale mondo di significati e appartenenze. Qui, in Omu a mari, è sviluppato il rapporto di formazione che si viene a creare tra il vecchio raccamatore di reti da pesca e cuntista di sirene e i giovani ragazzi che si accingono a intraprendere la vita di mare. Mare costacosta casacasa regno delle sirene, vere e immaginarie, che contribuiranno alla crescita e alla formazione di questi giovani pescatori pronti a trafficare nuove e vecchie avventure nelle acque dello Scill’e Cariddi fatto e disfatto a ogni colpo di remo, dentro, più dentro, dove il mare è mare.
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4Settembre
INFINITO NERO: ESTASI DI UN ATTO (1998)
Infinito nero di Salvatore Sciarrino è una composizione per voce e otto strumenti su frammenti dalle estasi di Maria Maddalena de’ Pazzi, una mistica carmelitana vissuta a Firenze nel XVI secolo, proclamata Santa nel 1669 da papa Clemente IX.
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I frammenti che compongono il testo sono giunti fino a noi grazie alle trascrizioni delle consorelle della Santa,rievocate nella versione scenica di Davide Santi: «Come Sr. Maria Maddalena haveva proferito un periodo, quella monaca che l’haveva tenuto a mente lo dettava a una di quelle che scrivevono et mentre quella scriveva un’altra teneva a mente quello che seguitava di dire et lo dettata et ricordava a un’altra di quelle che scrivevono; et così seguitavono…e ciascuna faceva il numero
al periodo che haveva scritto, cioè: la prima il numerouno, la seconda il numero dua, la terza il numero tre et poi ripigliava la prima il numero quattro et così seguitavono di un in uno per ordine».